lunedì 27 febbraio 2017

Leopardi in cucina: Una rilettura dolce dello Zibaldone


Nessun libro, tomo o volume che sia, può forse meritare più propriamente l'appellativo di MATTONE di quel mastodontico insieme di 4526 pagine che è lo Zibaldone di Leopardi. Difficile credere, considerata la sua stazza decisamente over-size, che questo originalissimo capolavoro leopardiano sia passato inosservato per oltre 60 anni. Le lunghe e tribolate vicende che hanno portato alla sua dimenticanza e infine riscoperta, nell'ultimo biennio dell'Ottocento[1], vedono protagonisti un geloso Antonio Ranieri, nei panni di custode cartaceo iperprotettivo, un indignato Giosuè Carducci, un ignaro erede della dinastia Leopardi che tanto per semplificare la vita dei malcapitati studiosi aveva pure lui nome Giacomo e, giusto per completare il quadro da commedia plautina, ci ficchiamo pure due vetuste badanti analfabete ma belle arzille nella tutela dei propri beni. C'è da dire che se all'inizio il ritrovamento romanzesco dello Zibaldone e la sua problematica pubblicazione avevano lasciato i letterati italiani piuttosto spaesati, negli ultimi anni gli studi ad esso consacrati hanno conosciuto una rifioritura che non ha nulla a che vedere con il simpatico rituale di Ranieri, che, vuole la leggenda, aveva in uso di cospargerne le carte con petali di rosa.
Ad oggi lo Zibaldone annovera, fra le altre, traduzioni in francese, olandese e, da qualche anno, inglese[2], ed è non solo oggetto di studi monografici ma anche componente irrinunciabile per chiunque si approcci a Leopardi e alla sua produzione letteraria. Al di là dell’aspetto più accademico, la forma aperta e la dinamicità dello scritto ne favoriscono letture intertestuali e interpretazioni fantasiose.
La stessa etimologia del nome, che secondo un'ipotesi popolare potrebbe derivare dalla parola zabaione, a indicare la natura ricca e composita della forma scrittoria, ha ispirato una rivisitazione in senso gastronomico dell'opera (se semplificando possiamo definirla tale): una torta millefoglie (sarebbe il caso di dire 4526) farcita di crema allo zabaione e ricoperta con tuiles aromatizzate alla rosa. Riprodotti, sullo strato superiore del dolce, alcuni pensieri scelti che riportiamo qui di seguito, proposti da giovani leopardisti laureandi e da studenti appassionati uniti tra loro da una vicendevole e duratura amicizia rafforzatasi anche sulle pagine dello Zibaldone.

Il Folletto

...........................................................................................................................................................................................................................................
Ciascuna bellezza, sì di una lingua in genere (eccetto l'armonia e la ricchezza delle parole, o delle loro inflessioni), sì di un modo di dire in ispecie, è un dispetto alla grammatica universale, e una espressa (benchè or più grave or più leggera) infrazione delle sue leggi. (Zib. 2419, 5. Maggio. 1822.).

Non ci sarebbe tanto bisogno della viva voce del maestro nelle scienze se i trattatisti avessero la mente più poetica. Pare ridicolo il desiderare il poetico p.e. in un matematico; ma tant'è: senza una viva e forte immaginazione non è possibile di mettersi nei piedi dello studente e preveder tutte le difficoltà ch'egli avrà e i dubbi e le ignoranze ec. che pure è necessarissimo e da nessuno si fa nè anche da' più chiari, che però non s'impara mai pienamente una scienza difficile p.e. le matematiche dai soli libri. (Zib. 58, Dic.1818...8 Gen.1820).

I fanciulli con la vivacità della loro immaginazione, e col semplice dettame della natura, scuoprono e vedono evidentemente delle somiglianze e affinità fra cose disparatissime, trovano rapporti astrusissimi, dei quali converrebbe che il filosofo facesse gran caso, e non si sdegnasse di tornare in qualche parte fanciullo, e ingegnarsi di veder le cose come essi le vedono. Giacchè è certo che chi scopre grandi e lontani rapporti, scopre grandi e riposte verità e cagioni: e forse perciò il fanciullo sa talvolta assai più del filosofo, e vede chiaramente delle verità e delle cagioni, che il filosofo non vede se non confusamente, o non vede punto, perocch'egli è abituato a pensare diversamente, e a seguire nelle sue meditazioni tutt'altre vie che quelle che seguì naturalmente da fanciullo. (Zib. 2019-2020, 31. Ott. 1821.).

Una casa pensile in aria sospesa con funi a una stella. (Zib. 256, 1 Ottobre 1820.).

Per movimento intendo anche tutto quello che spetta alla parola. (Zib. 198, 4-9. Agosto 1820.).

Ma non si potrebbe anche venire dall'America per gustare il piacere delle lagrime lo spazio di due minuti? (Lettera al fratello Carlo Leopardi, 20. Febbraio. 1823.).

Quando la poesia per tanto tempo sconosciuta entrò nel Lazio e in Roma, che magnifico e immenso campo di soggetti se le aperse avanti gli occhi! Essa stessa già padrona del mondo, le sue infinite vicende passate, le speranze, ec. ec. ec. Argomenti d'infinito entusiasmo e da accendere la fantasia e 'l cuore di qualunque poeta anche straniero e postero, quanto più romano o latino, e contemporaneo o vicino proporzionatamente ai tempi di quelle gesta? (Zib. 54, Dic.1818...8 Gen.1820).


[1] I Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura furono editi in sette volumi tra il 1898 e il 1900 ad opera di una Commissione statale presieduta da Giosuè Carducci in onore del primo centenario dalla nascita di Giacomo Leopardi.
[2] Lo Zibaldone, con il sottotitolo The notebooks of Giacomo Leopardi, è stato edito negli Stati Uniti dalla casa editrice Farrar Straus and Giroux e in Gran Bretagna da Penguin Books, frutto dell’assidua collaborazione e del costante dialogo di traduttori professionisti inglesi e americani, «diretti da Michael Caesar (University of Birmingham) e Franco D’Intino (Università di Roma La Sapienza), sotto gli auspici del Centro Nazionale di Studi Leopardiani (Cnsl) di Recanati, del Leopardi Centre di Birmingham e dell’Arts and Humanities Research Council.». (La Stampa, http://www.lastampa.it/2013/07/18/cultura/esce-la-prima-traduzione-integrale-dello-zibaldone-in-inglese-Ozwyu1j85y1oH9fN7jrfVP/pagina.html).